Lo studio Officinaleonardo nei suoi lavori persegue alcuni temi tra cui il rapporto tra la materia e la luce, la diafanità degli spazi, l'inserimento della natura nel costruito e la complessità tecnologico formale finalizzata all'ecologia dell'habitat, al suo autosostentamento energetico, e al benessere psicologico di chi vive e lavora negli spazi realizzati.
E dall’esperienza ereditata da alcuni amici nonché maestri, tra cui il compianto Francesco Palpacelli, deriva una sua personale ricerca del design alle diverse scale. Questo piccolo studio d'artista, ove il pittore Vincenzo Scolamiero tutt'oggi concepisce e crea le sue pitture sospese tra la figurazione e l'astratto, è stato un interessante banco di prova per mettere a fuoco alcuni di questi obiettivi in relazione a un budget limitato.
L'opera è un intervento situato nell'antico contesto delle torri medievali a Roma, con le loro profonde ombre che gettano sull'intorno. Ed è proprio con queste ombre che Officinaleonardo si è confrontato, trovandosi in una situazione svantaggiata per lo studio di un pittore, anche se sempre più diffusa.
Lo studio romano ha spostato l'accento dalla illuminazione naturale alla luce emanata da certe tele dell'artista e dal loro contrasto in relazione alle ombre taglienti gettate dalle torri. Cosi queste ombre sono diventate una cruda parete di ferro brunito che agguanta lo spazio dislocato su due diversi livelli e in due distanti ambienti , come una tenaglia. Al tempo stesso organizza lo spazio, accogliendo al suo interno, dietro una parzialmente celata serie di aperture e ribalte, un gabinetto d'artista, le rastrelliere per l'archiviazione delle tele, uno spazio break (mini kitchen) e uno tecnico. Relativamente al gabinetto
d'artista si è voluta stabilire una relazione più intima tra l'artista e lo spazio che vive quotidianamente, ove realizza i suoi lavori, concependo che anche le piccole parentesi prese in un bagno fossero momenti d'ispirazione, da cui la meravigliosa doccia in mosaico all'interno del cilindro con vista sulle antiche volte in mattoni riportate in luce dopo un attento lavoro di restauro.
Nel dettaglio di questo spazio, interamente disegnato, incluso il lavabo – lavapennelli e le maniglie d'accesso, si può capire e ammirare tutto l'amore profuso in una arhchitettura d'interni, anche qualora i budget siano limitati e tutto ciò non sia richiesto.
Nella sala di pittura torna invece la cifra matematica di Officinaleonardo e in particolare del suo fondatore, Leonardo Pascoletti, già vista in installazioni e opere artistiche nel verde, come i lavori custoditi nel Museo di Operabosco o le installazioni architettoniche nei giardini di Villa Torlonia a Roma durante la Biennale dei Parchi e Giardini storici, curata da Sveva Manfredi Zavaglia.
Qui infatti sulla dura parete di ferro si sviluppa una test logaritmica di cubi che affiorano dalle velature e venature degli ossidi di ferro, dal basso verso l'alto, fornendo u" presupposto per l'esposizione delle opere in lavorazione o completate. Anche qui l'incontro tra il CAOS delle maculature tipiche del ferro brunito e l'ORDINE della scala progressiva logaritmica degli appigli in ferro sintetizza la matrice del fare architettura. Cosi come l'astrofisico David Bohm sosteneva che la reale solidità dell'universo non esiste, e cosi come nelle tele di Scolamiero diversi universi trovano il loro compimento e la loro sintesi in questa parete la solidità della materia pare sciogliersi un vuoto cosmico.